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Florida on the road.. alla ricerca dello "Sunshine State"I viaggi on the road - seppur brevi - sono sempre stati i miei preferiti, ma per vari motivi negli ultimi anni purtroppo ne abbiamo fatti pochi. Vuoi perché ci tocca viaggiare spesso in alta stagione, o perché siamo stanchi e preferiamo fare base da qualche parte per poi spostarci da lì..
Nell' autunno 2015, invece, stranamente si presenta l'occasione di poter fare un po' di ferie prima di Natale, troviamo un volo ad un ottimo prezzo (euro 422 con Iberia) e prendiamo la decisione al volo: si va in Florida!
Questa destinazione mi era rimasta un po' sul gozzo, dato che avremmo dovuto visitarla dopo il nostro soggiorno alle Bahamas di aprile 2014, viaggio che invece si é concluso in tutt'altra maniera. Di questa destinazione ci ispirava soprattutto l'aspetto naturalistico delle Everglades, l'idea di fare un po' di vita da spiaggia prima del lungo inverno i pianura padana, e quella di visitare la mitica Key West, destinazione che da molto tempo si trovava nella mia lista di posti da non mancare.
Prenotato solo il volo, la prima notte a Miami e l'auto a noleggio, tutto il resto dell'itinerario ce lo siamo inventati strada facendo, lasciandoci molta libertá nel decidere di giorno in giorno che cosa fare e dove andare.
In viaggio per la Florida
Il nostro volo di andata prevedeva la partenza da Milano Linate e uno scalo a Madrid, per arrivare a Miami nel tardo pomeriggio dello stesso giorno; il ritorno invece era un diretto su Malpensa con American Airlines, tutto prenotato sul sito Iberia.
All'arrivo a Miami, con lo shuttle dell'albergo ci rechiamo subito in hotel per riposare, per pernottare abbiamo scelto l’Hotel Hilton Garden Inn a 8 km dall'aeroporto internazionale. Gli hotel di questa catena non sono tutti di lusso a prezzi elevati, come si potrebbe pensare, bensì quelli vicino agli aeroporti hanno costi abbordabili, sono ben gestiti con lo shuttle gratuito per il terminal e le camere ben insonorizzate, quindi noi scegliamo sempre Hilton per dormire in transito, quando possibile.
La mattina seguente ci svegliamo col sole e col caldo, tutto promette bene per la nostra prima giornata in Florida! torniamo al terminal per ritirare l'auto a noleggio, con il Mia Mover ci spostiamo dal terminal al nuovo Rental Car Center. Ritiriamo la nostra auto da Heritz, al costo di 167 euro per 9 giorni; ci viene applicato anche il pass autostradale (Plate Pass - Sun Pass) indispensabile per pagare i pedaggi, che vengono in questo modo addebitati direttamente sulla carta di credito.
Non abbiamo noleggiato il navigatore, di giorno in giorno grazie al wifi scaricavamo da google maps sul cellulare l'itinerario che intedavamo seguire, in questo modo non c'é stato nessun bisogno di noleggiare un costoso GPS o di collegarsi ad internet durante il viaggio. L'importante era disporre di un caricabatterie da poter collegare in auto.
Dove si va??
Decidiamo di puntare subito a sud, verso le Keys!!
La nostra prima tappa é Key Largo, dove arriviamo più o meno all'ora di pranzo.
É il 2 dicembre ed é anche il compleanno di Filippo, non é mica da tutti poterlo festeggiare alle Keys! Ci fermiamo da Snapper's, l'unico locale trovato aperto in zona, un bar ristorante di pesce waterfront, in cui pellicani ed altri uccelli si avvicinavano per beccare qualche avanzo di cibo.. iniziamo a respirare l'atmosfera di relax della Florida ed anche ad assaporarla.. la Key Lime Pie a fine pasto era buonissima!
Dato che non sappiamo la sera stessa dove ci saremmo fermati a dormire, ed iniziamo anche ad essere un po' stanchini per il fuso orario non ancora riassorbito; per evitare quindi di girare a vuoto alla ricerca di un alloggio, chiediamo consiglio al personale del locale, un posto dove dormire non troppo lontano da Key West.
Gentilissimo, il cameriere si appresta a darci il suo consiglio... navigando su expedia! E grazie tante, ero capace anch'io! Ci "consiglia" perciò il Parmer's Resort a Little Torch Key, (leggi qua la mia recensione di questo hotel) che risultava avere camere libere ad un buon prezzo. Riprendiamo quindi la Overseas Highway, l'autostrada che porta a Key West e quando Little Torch Key si staglia all’orizzonte ormai é quasi sera.
Il resort si rivela essere un insieme di bungalow con una reception, e la camera in offerta speciale era veramente minuscola, adatta x fermarsi una notte, noi volevamo stare un po' di più.. optiamo quindi per un bungalow con cucina e veranda, più comodo e spazioso, che ci verrá a costare però più del doppio della camera.
Anche questa struttura è waterfront ed anche se un poco datata, ha una bella atmosfera in generale; siamo rimasti tre notti perché ci sembrava un buon punto di partenza per visitare i dintorni.
La mattina del secondo giorno quindi ci svegliamo direttamente sul mare delle Keys! Tutto bello, sì, però rispetto al giorno prima il tempo non promette nulla di buono e guardando le previsioni meteo nemmeno per i prossimi giorni.
Cerchiamo di non farci scoraggiare e dopo un'abbondante colazione (compresa nel prezzo della camera) ci dirigiamo verso Key West che dista circa 40 minuti di auto.
Mentre arriviamo in città perlustrando l'area per trovare un parcheggio, iniziamo anche a scorgere le prime bellissime abitazioni in stile coloniale della cittadina, e le strade piene di gente e negozi, nonostante la bassa stagione ed il cattivo tempo.
Parcheggiare a Key West. A Key West si può parcheggiare in due modi: a ore, oppure a giornata. Quest'ultima soluzione é conveniente se intendete fermarvi fino a tarda sera, per il rituale dell’happy hour e tramonto in Mallory square per esempio. Se intendete fermarvi solo per qualche ora per gironzolare, invece, é più conveniente trovare un parcheggio a ore.
Noi però ce ne siamo resi conto dopo, eh, inconvenienti del non avere programmato nulla e non essersi informati in precedenza.. e soprattutto dell'aver dimenticato la guida nella tasca portaoggetti del sedile dell'aereo!! Che furbacchioni che siamo, ma andiamo avanti.
Trovato il parking proprio accanto a Mallory square paghiamo 15 USD x l'intera giornata (avremmo potuto fermarci fino alle 2 di notte o giù di lì), ed iniziamo a gironzolare x la cittadina.
La via principale per il passeggio e gli acquisti è Duval street, ma è a metà circa di Whitehead street, una sua parallela, che troviamo la meta principale della nostra giornata, cioè la Casa-Museo di Ernest Hemingway, lo scrittore statunitense premio Nobel per la Letteratura.
La Casa Museo di Ernest Hemingway a Key West.
Hemingway visse tra la Florida, il Canada, e l'Europa, viaggiò molto in Italia e Spagna, visse a Venezia e Parigi. Ma è qui a Key West che scrisse molti dei suoi capolavori, da "Fiesta. Il sole sorge ancora", ambientato in Spagna ed ispirato alla corrida di San Firmino di Pamplona, a "Addio alle armi". Da Key West salpò per Cuba con la sua Pilar, ed è in quest'isola che è ambientato il suo "Il vecchio e il mare", romanzo che gli valse premio Pulitzer e Nobel.
La visita della casa inizia dal giardino che la circonda interamente, dove s'incontra subito una fontana a forma di nave da guerra, poi si accede alla sua dimora storica, una casa a due piani splendidamente mantenuta.
La vita degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, la sua macchina da scrivere, le foto degli amici artisti contemporanei (quella da lui coniata come “generazione perduta”), le locandine dei film tratti dai suoi romanzi (“Per chi suona la campana” del 1940, da cui venne tratta la pellicola di grande successo con i divi Ingrid Bergman e Gary Cooper), la vita di un uomo che attraversò gran parte del Novecento vivendo in prima persona da arruolato nella Croce Rossa la prima guerra mondiale e morendo suicida in seguito ad una grave depressione.. tutto questo e molto di più si può conoscere nella sua Casa Museo, un grande affresco di una generazione di uomini ed artisti e dello stile di vita di questa cittadina "di frontiera".
Anche se non siete amanti dei gatti come me, inoltre, troverete di sicuro curioso poter osservare anche l'altra principale attrattiva della visita a questa casa, vale a dire la colonia felina dalla caratteristica zampa a 6 dita, che ora comprende circa una cinquantina di gatti, e che fu lo scrittore stesso ad iniziare quando gli venne regalato il primo gatto a 6 dita, Snow White, frutto di una particolare mutazione genetica propagata fino ai giorni nostri.
I gatti nella casa la fanno da padroni, stazionano nel giardino, nelle stanze della casa, dormono sul letto dello scrittore.. vengono accuditi in tutto e per tutto da personale apposito dedito a loro, e alla casa. Ti “accompagnano” durante la visita guidata! e c’è persino il loro cimitero in un angolo del giardinetto.
CURIOSITA': all'esterno, nel giardino, si trova la piscina della casa, è la prima piscina in assoluto costruita qui a Key West, ed il suo costo fu talmente esorbitante che lo scrittore ci buttò il suo ultimo penny, come dire abbiamo proprio finito i soldi.. infatti lo potete vedere incastonato in una delle mattonelle del pavimento!
Passeggiando per Key West.
Usciti molto soddisfatti dalla visita alla Casa di Hemingway percorriamo Whitehead street ancora fino a raggiungere il mare, è qui che si trova un’altra delle principali attrazioni di Key West, il Southernmost Point, vale a dire il punto più a sud degli Stati Uniti d’America ed il suo faro; per farsi la foto qui c’è da fare la fila!
Continua a piovigginare ed ormai è ora di pranzo inoltrata, cerchiamo quindi un posto per mangiare sulla spiaggia, la più vicina è South Beach dove si trova il Southernmost Beach Cafè, ci fermiamo per un lunch a base di conch fritto e hamburger di granchio.. che dire, buonissimo!.
Sulla spiaggia un cartello ricorda che qui veniva sempre a farsi una nuotata mattutina Tennessee Williams, il quale:
“lavorava ovunque, ma lavorava al meglio solo qui”.
E io non stento a crederci, perbacco! :-)
Il meteo sta peggiorando sempre più, perciò ci apprestiamo a riprendere l’auto parcheggiata dalla parte opposta della cittadina, per evitare di lavarci dalla testa ai piedi ci infiliamo anche in qualche negozio interessante; ho acquistato una bella felpa per soli 15 USD, e poi abbiamo fatto un giro per la Wyland Art Gallery al 623 di Duval Street. Il resto della cittadina purtroppo criusciamo ad intravederlo soltanto dai finestrini della macchina, e bye bye aperitivo in Mallory square.. sarà per la prossima volta!!
Nutrivo molte aspettative per Key West, e devo dire una cosa: sono state tutte ripagate, il posto é veramente un gioiellino, mi è piaciuto tantissimo nonostante la pioggia quasi incessante, è stata una giornata veramente piacevole e divertente. Inoltre, ci sono alcune spiagge che abbiamo potuto solo intravedere e che mi sono sembrate molto belle, chissà quanto di più ha da offrire questa cittadina con il sole che ci si aspetterebbe di trovare!
P.S: come fanno quelli che vengono a Key West "in giornata" da Miami e basta non lo so.. io ci sarei rimasta a tempo indeterminato! :-)
Notizie dall'Italia.
Siamo al quarto giorno, ed il tempo è ancora (molto) brutto e mentre cominciamo a fare piani per sfuggire a tutto ciò, arriva una brutta notizia dall’Italia che ci tiene fermi al resort per quasi tutta la giornata: l’amica che durante la nostra assenza ci fa anche da cat sitter, ha avuto un grave incidente.. siamo molto preoccupati per lei ma anche per il nostro gatto rimasto apparentemente senza nessuno che se ne occupi, ma presto apprendiamo che tutto si si è risolto per il meglio possibile.
Nel pomeriggio ci allontaniamo dal resort per visitare la vicina Big Pine Key dove vive una colonia di cervi in libertà, protetti dal National Key Deer Refuge (i cervi nella foto non si trovano in un recinto, è la casa ad essere recintata).
Decisamente un ambiente molto interessante quello di queste isole, peccato non aver potuto passarci più tempo.. noi ci aspettavamo il "Sunshine State" e invece quasi non si riesce a scendere dall’auto dal gran che piove, incredibile!
É il quinto giorno del nostro viaggio, lasciamo definitivamente le Keys per dirigerci a nord verso il Golfo del Messico, le previsioni del tempo sono pessime in generale, ma verso Sarasota e Tampa le cose dovrebbero migliorare.
Mentre attraversiamo il Seven Mile Bridge (il primo ponte costruito per raggiungere Key West), ecco che esce uno sprazzo di sole, che ci permette di scendere per qualche minuto e guardarci intorno e scattare qualche foto.. ma giusto qualche minuto, eh!! Poi riprende a piovere a catinelle.
I km da percorrere non sono pochi per arrivare sul Golfo del Messico, nel giro di un paio d’ore siamo di nuovo in vista della periferia sud di Miami, e poi imbocchiamo la Tamiami Trail - la strada che collega Miami a Tampa - in direzione di Tampa.
Quando ci troviamo nei pressi di una delle principali entrate del Parco, Shark Valley, ne approfittiamo per visitare quest’area delle Everglades, graziati da un paio di ore di assenza di pioggia. A Shark Valley si possono osservare alligatori e molte specie di uccelli in totale libertà, non avevo mai avuto la possibilità di vedere questi animali così da vicino.. occhio comunque a non avvicinarsi mai a meno di 5 metri! È possibile girare a piedi, in bici oppure con un trenino che fa un giro di un paio d’ore circa ed una guida a bordo che illustra le peculiarità del parco.
Come acquistare il Pass d'ingresso per visitare le Everglades?
Le tariffe variano a seconda che si entri a piedi oppure a bordo di un veicolo, ed anche in relazione al periodo dell'anno (noi a inizio dicembre abbiamo pagato soltanto 6 USD a veicolo, ma la tariffa standard è 25 USD - sempre a veicolo): ci sono anche alcuni giorni festivi durante l'anno in cui l'entrata è completamente gratuita, leggi qua le date del 2020 >>
Dopo aver pranzato nel vicino ristorante Miccosukkee (il territorio è una riserva indiana) la nostra “corsa verso nord” per sfuggire alle intemperie continua, e la prossima tappa è la bella Naples, in cui alla mattina dello stesso giorno prima di lasciare l’alloggio a Little Torch Key avevamo prenotato una stanza all'Hotel Inn of Naples. Arriviamo nel tardo pomeriggio, ci riposiamo un po’ e poi usciamo per cena.
L’hotel si trova molto vicino alla Venetian Bay, un grande centro commerciale sul mare, con marina, negozi, ristoranti e condomini di lusso. Passeggiamo un po’ e poi ci fermiamo a cenare in un localino waterfront (oh in Florida è quasi tutto waterfront!!), il clima è piacevole e nella piazza del centro commerciale troneggia un grande albero di Natale, sotto al quale i bambini stanno facendo la fila per farsi la foto con nientedimeno che.. Babbo Natale in persona!
Nonostante il cattivo tempo, i cambi di programma e nonostante che non mi piacciano i centri commerciali e le robe di lusso.. beh, non so come dire, ma della Florida che abbiamo visto finora mi è piaciuto tutto: la natura delle Everglades, l’atmosfera coloniale di Key West, il relax che si respira anche in questa località così alla moda come Naples.. tutto è molto ma molto easy.
Dopo una notte di sonno ristoratore, la mattina seguente il tempo è buono, quindi decidiamo che è venuto il momento di prendere un po’ di sole, e cosa mi sono portata a fare sennò tutto l’armamentario da spiaggia??
Consultiamo il fedele google maps – perché la guida ho già spiegato che fine ha fatto – e scopriamo che nelle immediate vicinanze abbiamo il Delnor Wiggins State Park, un posto che sembra l'ideale per passare qualche ora in spiaggia e rilassarsi.
Essendo un parco protetto l’ingresso si paga ma a noi sta più che bene. Oltre a noi ben poche altre persone sono presenti quella mattina, e ci godiamo un po’ di sole e spiaggia dalla sabbia bianca e fine.
Dura poco, però, perché verso le 12 il cielo si fa di nuovo scuro, e per noi è come un chiaro invito a levare di nuovo le tende per proseguire ancora verso nord. La destinazione che abbiamo deciso di raggiungere è Siesta Key, Sarasota: dopo aver consultato tutti gli oracoli pare che la grossa ed incredibile perturbazione che sta investendo il sud della Florida (incredibile per questo periodo dell’anno), fino a lì proprio non dovrebbe arrivare.
Ci aspettano altre ore di macchina ed autostrada, in cui faremo una sosta a Fort Meyers, per pranzare in un bar sulla spiaggia, anch’essa dalla sabbia finissima e setosa, bianca come neve, e Sanibel island, una delle isole più IN e Vip del circondario, si paga addirittura per passare il ponte e percorrerla. Sanibel è nota per la sua lunga spiaggia composta tutta da conchiglie, ma ne vediamo solo pochi metri perché manco a dirlo ricomincia a diluviare. Siesta Key è la nostra ultima speranza di un raggio di sole!!
Siesta Key: e finalmente .. il sole!!
Sono ormai le 5 di pomeriggio di domenica quando arriviamo a Siesta Key, le ore di viaggio e soprattutto di guida sono state tante oggi, siamo contenti ma anche stanchi. Abbiamo una prenotazione per il Minorga on the Key Beachside residence per 3 notti, ma vattelapesca se riusciamo a trovarlo, giriamo come matti finchè un gentilissimo addetto dell’agenzia che si occupa degli affitti – chiamato al telefono – viene in nostro soccorso, e questo anche se è domenica sera ormai. Una volta sistemati in appartamento, usciamo per fare un po’ di spesa al supermarket per rifornire il frigo, direi che per oggi può bastare.
Il giorno seguente, finalmente una grande notizia: c’è il sole e ci accompagnerà per tutto il periodo che rimarremo qui. L’appartamento è ben accessoriato per la spiaggia, che si trova a pochi metri, e così armati di sdraio e teli mare ci accingiamo a concederci una intera giornata di relax.
La spiaggia di Siesta Key – eletta negli anni scorsi come la migliore spiaggia degli Stati Uniti in una classifica di Tripadvisor – è effettivamente sbalorditiva, soprattutto il particolare tipo di sabbia, setosa e fredda al tatto, scricchiola sotto i piedi ed è bianca come neve, simile a quella di Fort Meyers. In questa stagione dell’anno è quasi completamente deserta e tutta per noi, animata soltanto dai molti gabbiani e cormorani, che si tuffano in mare per pescare, ma crediamo che in alta stagione questo paradiso possa diventare molto affollato, visto anche che il centro abitato è molto ben attrezzato per il turismo.
Ci fermiamo a Siesta Key per i successivi 4 giorni, in cui alterneremo relax e passeggiate sulla spiaggia, ad escursioni nei dintorni come nel vicino Myakka River State Park, dove è possibile fare un giro in battello sul lago popolato da molti tipi di uccelli e dagli alligatori, e nella vicina città di Sarasota.
Rientro a Miami e soggiorno a Key Biscayne.
E siamo giunti al penultimo giorno di vacanza, durante il quale ci trasferiamo nuovamente a Miami ripercorrendo a ritroso la Tamiami Trail.
Lungo la strada ci fermiamo ancora una volta per una breve passeggiata nelle Everglades, e la sera prima del nostro volo di rientro l’ultimo pernottamento è a Key Biscayne, l’isoletta al largo di Miami dove si trova anche il Sea Aquarium.
Anche questa piccola isola era nella lista dei posti che volevo vedere, qui in Florida: è collegata alla terraferma da un grande ponte ed ospita un lungo tratto di spiaggia e due bellissimi parchi: il Crandon Park, ed il Bill Baggs Cape Florida State Park, nei pressi del quale abbiamo dormito al Coral Reef Apartments, anche questa una sistemazione tranquilla che però in alta stagione secondo me diventa molto più animata.
Le principali attrattive di questo parco - il cui ingresso è a pagamento - sono l'antico faro e la bella spiaggia; ed è qui che l’ultima mattina del viaggio, l’11 dicembre, giorno del mio compleanno finalmente riesco a farmi un bel bagno di mare!
Mentre le acque del Golfo del Messico (situato più a nord) erano fredde, qui invece a Key Biscayne erano sorprendentemente calde, complice anche il fatto che questa spiaggia è protetta da un tratto di barriera corallina al largo.
Il mio desiderio quindi era quello di fare il bagno di fronte allo skyline di Miami, che dal faro purtroppo non si vede ma ugualmente diciamo che il mio desiderio si è realizzato.. alle 10 di mattina ero in acqua ed ero contenta!! Una cosa semplice ma che mi ha fatto felice. Filippo dal canto suo mi aspettava sulla spiaggia con aria preoccupata dato che dovevamo correre all’aeroporto perché il nostro volo decollava alle ore 15 in direzione di Milano.. siamo tornati in camera, doccia, le valigie erano già pronte anzi non erano mai state disfatte dalla sera prima.. e così ho festeggiato il mio compleanno a Miami.
Mentre guidavamo tranquilli verso l’aeroporto ammirando le innumerevoli sfaccettature di questa sorprendente città, i suoi grattacieli, ho pensato una sola cosa: Miami, di sicuro mi vedrai tornare ancora.
La prossima volta, però ... voglio il sole!
leggi anche i miei articoli di aprrofondimento sul blog:
Visitare le Everglades, il mare d'erba della Florida >>
Siesta Key beach, e le spiagge della Florida sul Golfo del Messico >>
Key West, visita alla Casa-Museo di Ernest Hemingway >>
LEGGI ANCHE IL DIARIO DI VIAGGIO A MIAMI DEL 2012 >>
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