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Per scegliere la destinazione del nostro viaggio di Pasqua 2014, siamo tornati a "pescare" nuovamente nell’arcipelago delle Bahamas. Tra centinaia di isole ed atolli, per questo viaggio abbiamo scelto l'arcipelago di Abaco, che come Exuma, fa parte delle cosiddette "out islands", isole piuttosto lontane dallo stile di vita e dal turismo di Nassau.
Perchè abbiamo scelto Abaco. A differenza di Exuma, di cui si possono trovare in rete ormai molte recensioni da parte di viaggiatori italiani, sull'arcipelago di Abaco invece non siamo riusciti a trovare quasi nulla, al fine di documentarci sul luogo prima di partire.
Questo però non ha fatto altro che accendere ancor più la nostra curiosità, insieme al fatto che si tratta di una delle mete più frequentate dal turismo da diporto internazionale. Dato che infatti dall'anno scorso ci dilettiamo con una piccola barca a vela qua nel nostro Mediterraneo, ed in generale ci era piaciuta molto anche l'esperienza di Exuma, in cui siamo andati alla scoperta di Stocking Island ed Elizabeth Harbour con una piccola imbarcazione a noleggio divertendoci molto, abbiamo pensato che a maggior ragione l'arcipelago di Abaco, molto più attrezzato in tal senso, e con una vasta area marina protetta, rispetto al mare aperto dell'oceano, da una "cintura" di isole e cays, avrebbe fatto proprio al caso nostro.
L'arcipelago di Abaco si trova a nord di Miami, di fianco all'isola di Grand Bahama, ed è formato dall'isola principale di Great Abaco, e da alcune isole ed atolli molto più piccoli che si trovano al largo di essa, e che le formano intorno come un "nastro" di protezione rispetto all'oceano ed al mare aperto. I più importanti isolotti che si possono visitare sono: Elbow Cay, Guana Cay, Man O'War Cay e Green Turtle Cay.
Queste isole sono abitate fin dai tempi dei primi coloni lealisti, ed anzi sono una meta turistica ancor più frequentata rispetto all'isola principale, in cui i resort, i servizi, ed anche le case in affitto che si possono trovare, si concentrano principalmente attorno ai due nuclei abitati di Marsh Harbour (il capoluogo e seconda città più popolosa di tutte le Bahamas dopo Nassau) e Treasure Cay.
I centri principali in cui soggiornare sono: Marsh Harbour, Treasure Cay, Elbow Cay e Green Turtle Cay. Le ultime due sono isole al largo dell'isola principale, servite da un traghetto di linea.
La nostra intenzione iniziale era di soggiornare a Marsh Harbour per via della sua centralità rispetto al resto dell'arcipelago, e quindi anche per la facilità di raggiungere in barca o in traghetto le altre isolette e cays di nostro interesse. Quando però abbiamo iniziato a cercare un alloggio per una durata di 8 notti, abbiamo subito dovuto riscontrare che i prezzi erano mediamente molto più alti rispetto all'isola di Exuma, isola in cui siamo stati due anni fa e che per noi costituiva il metro di paragone. Così abbiamo deciso di cercare anche in località secondarie, ma sempre restando su Great Abaco.
Abbiamo trovato qualche notizia sul piccolo abitato di Casuarina Point, a circa 25 km a sud di Marsh Harbour e dell'aeroporto, e dato che preferiamo sempre le case vacanza agli alberghi, la nostra scelta è ricaduta su una bella casa trovata su HomeAway-Vrbo che aveva un prezzo equo, circa 800 euro per 8 notti. Una villa molto spaziosa, con 3 camere da letto, 2 bagni ed un grande giardino. Ovviamente a noi tutte queste stanze non servivano, essendo solo in due, però credetemi, era quasi impossibile trovare una casetta più piccola in affitto. Le alternative erano costosissime stanze d'albergo in resort oppure appartamenti in piccoli condomini, cosa che noi non volevamo .. in condominio già ci passo tutta la mia vita nel resto dell'anno, in vacanza mi sono detta .. noo!
A parte HomeAway - Vrbo (è il sito case vacanza che uso più spesso per i miei viaggi) ed altri siti di case vacanza online come Airbnb, per trovare una casa ad Abaco si possono anche contattare le agenzie immobiliari in loco, come livingeasyabaco e abacovacationplanner; nelle prime fasi di ricerca di una sistemazione, li avevamo contattatti anche noi, gli alloggi proposti erano belli, ma per noi al di fuori del budget (per una casa singola o villa per due persone i prezzi erano a partire da circa 1500 dollari alla settimana).
Se non v'interessa una casa singola o una villa, ma vi va bene anche un appartamentino in condominio, a volte con piscina in comune e dock per la barca, è possibile trovarne soprattutto nella zona di Treasure Cay, anch'essa un po' decentrata rispetto all'isola (si trova a nord), ma con una bella Marina, centro abitato attrezzato ed una spiaggia enorme da urlo! La zona di Casuarina Point, invece, quella che abbiamo scelto noi, si trova a circa 20 minuti in auto a sud dell'aeroporto e di Marsh Harbour, c'è soltanto un piccolo gruppo di case private ed è piuttosto isolata ma ha una bella spiaggia con fondale basso e lingue di sabbia.. Qui non ci sono servizi nè nulla, per fare la spesa o rifornimento di carburante dovrete sempre fare la spola con Marsh Harbour. Se questo vi sta bene, però, avrete trovato un piccolo angolo di paradiso in cui rilassarvi alla grande e spendere meno rispetto alle altre zone; a noi Casuarina Point è piaciuta molto.
In generale posso aggiungere che, se per Exuma mi ero convinta che le Bahamas non fossero per forza una destinazione per sole persone abbienti, cercando una sistemazione ad Abaco ero sul punto di ricredermi non poco. Probabilmente non tutte le Out Islands sono uguali, in alcune si trovano alloggi più alla portata di tutti, altre invece sono frequentate da un turismo più facoltoso, e quindi per risparmiare è necessario adeguarsi.
Per arrivare ad Abaco dall'Italia lo scalo migliore è Miami, si cui si può volare diretti con American Airlines da Milano Malpensa (come abbiamo fatto noi) o Alitalia da Roma. Poi bisogna proseguire per uno dei due aeroporti di Abaco, Marsh Harbour e Treasure Cay, il primo è quello principale e si trova al centro dell'isola, l'altro è più a nord. Si può volare dalla Florida con volo diretto o con scalo a Nassau, capitale delle Bahamas. Se dovete fare scalo a Miami, bisognerà prevedere un pernottamento in hotel vicino all'aeroporto, come l'Hotel Hilton Miami Airport, un hotel comodo per chi fa scalo in cui noi abbiamo dormito già 2 volte (leggi qua la nostra recensione), per poi proseguire la mattina successiva con un volo per le isole.
Alternative di volo con due scali: British Airways da molte città italiane via Londra e Nassau, United con scalo a New York ed in Florida.
Oppure sempre facendo scalo in Florida, prendete in considerazione di volare su Abaco da altri aeroporti che non siano Miami, dai quali potreste spendere meno, come per esempio Fort Lauderdale (con Silver Airways) o West Palm Beach (con Bahamasair).
Automobile: Anche ad Abaco, come ad Exuma, non esistono trasporti pubblici, ad eccezione dei taxi all'aeroporto. Chi si sposta verso i resort più lussuosi, ha di solito a disposizione un servizio navetta. C’è un’unica strada che va dal nord al sud dell’isola, per girare in maniera autonoma è necessaria un’auto a noleggio, da ritirare all’aeroporto oppure a Marsh Harbour; il costo di un’auto con aria condizionata e con regolare contratto e full insurance è di circa 65 dollari al giorno. Se prenotate una settimana intera vi proporranno una tariffa più bassa, 300/350 dollari per 7 giorni. La guida è all’anglosassone e la patente richiesta è quella italiana. Noi abbiamo noleggiato da Sea Star Car Rentals, prenotando via mail.
Abaco è un’isola lunga e stretta, dal suo punto più a nord fino a Sandy Point, quello più a sud, sono circa 170 km, da percorrere lungo la Great Abaco Highway, vale a dare uno stradone che scorre tra alte foreste di pini, e percorrendo il quale non incontrerete quasi mai nessuno, qualche automobile ogni tanto in corrispondenza dello svincolo per l'aeroporto e per i due centri abitati principali... non si può dire che sia un'isola in cui ci sono problemi di traffico!
Traghetti: per raggiungere le isole più piccole è attivo un servizio ferry con molte corse e collegamenti, per conoscere quello che vi serve consultate il sito alburysferry; i collegamenti sono veloci e frequenti. Se invece volete raggiungere altre isole delle Bahamas, al di fuori dell'arcipelago di Abaco, recatevi a Sandy Point, da cui partono i traghetti per Eleuthera, tratte ed orari su bahamasferries.com.
Imbarcazioni: la maggior parte dei noleggiatori di imbarcazioni a motore si trovano a Marsh Harbour, uno solo a Treasure Cay, altri ancora nelle isole più piccole. Noi abbiamo noleggiato per 4 giorni con Blue Wave Rentals. I costi dipendono essenzialmente da due fattori: grandezza e potenza dell'imbarcazione, giorni di noleggio. Il minimo per un noleggio solo giornaliero è intorno ai 180/220 dollari, per 4 giorni noi abbiamo speso 600 dollari, carburante ed assicurazione esclusa. Noleggiare per più giorni consecutivi conviene quindi, ma rimane comunque una spesa elevata, soprattutto se non la potete dividere con altri partecipanti. Anche le imbarcazioni più piccole a motore, infatti, possono sempre ospitare un minimo da 6/8 persone, se siete solo in due starete larghi (è lo stesso discorso della villa).
ALTRE INFO: Documenti per l'ingresso al paese: Passaporto, non è richiesto il Visto per i cittadini italiani, per soggiorni inferiori ai 3 mesi. Lingua parlata: inglese. Moneta: il dollaro delle Bahamas, che ha lo stesso corso di quello statunitense.
Eh sì.. MINI DIARIO DI VIAGGIO. Perchè dopo tutte queste belle cose, passiamo alle dolenti note, il lato amaro ed inaspettato di questo nostro viaggio, che purtroppo si è concluso molto prima del previsto. Avremmo dovuto rimanere 8 giorni ad Abaco e poi fare un tour della Florida di altri 6 giorni. E invece, al quinto giorno eravamo già di nuovo su un bel volo di ritorno verso casa, perchè io mi sono infortunata in modo abbastanza serio, niente di irreparabile ma il nostro viaggio è finito così, con uno strascico piuttosto pesante, ma di questo non voglio parlare in questo diario, perchè ne ho già scritto in un articolo sul blog. Nonostante tutto, però, siamo riusciti a girare per alcuni giorni e siamo riusciti e vedere alcuni luoghi bellissimi, talmente belli che eravamo letteralmente esaltati.
Ma andiamo per gradi e raccontiamo il nostro mini soggiorno ad Abaco.
Dopo un regolare volo intercontinentale che la sera prima ci aveva sbarcato a Miami, e una bella dormita, la mattina di sabato ci aspetta il nostro volo diretto per Marsh Harbour, isola sulla quale atterriamo con un bel cielo nero che ci aspetta. Non è il massimo come accoglienza ma già la vista dalle isole dall'alto ci aveva fatto diventare matti, dal gran che era bello. A proposito, se potete, sull'aereo scegliete i posti a sedere lato destro della cabina per ammirare al meglio lo spettacolo delle Bahamas dall'alto. Da Miami infatti, a differenza di Exuma, la rotta è verso nord e non verso sud, e quindi il panorama migliore col volo di andata si può vedere dal lato destro della cabina.
Raccogliamo i nostri bagagli, passiamo i controlli dell'immigrazione, e una volta all'esterno del piccolo (e malandato) aeroporto cerchiamo la casetta azzurra (così ci avevano detto) dell'autonoleggio Sea Star Car Rentals. L'automobile che ci viene consegnata è una vecchia, ma comoda ed in perfette condizioni, Dodge super extralarge, con volante.. sulla sinistra, cioè come le automobili qua in Italia. Soltanto che bisognava guidare all'anglosassone.. un bel casino! ha ha ha comunque niente di grave, di fretta non ne avevamo, e pian piano ci siamo abituati alla situazione.
La nostra prima tappa è il supermarket, perchè la casa che ci attende aveva presumibilmente il frigo vuoto, e sappiamo anche che si trova in zona isolata senza negozi, inoltre sia il giorno dopo che quello seguente sarebbero stati festivi (Pasqua e Pasquetta) e non avremmo trovato proprio nulla di aperto. Quindi non ci resta altro da fare che dirigerci subito verso i forniti Maxwell supermarket, al "centro" di Marsh Harbour (ci eravamo fatti spiegare tutto dal padrone di casa via mail prima di partire). Pur essendo questa la seconda città più grande dell'intero arcipelago delle Bahamas, a noi è sembrata poco più di un paese, e pareva non esserci nessuno in giro, in questo tale e quale ad Exuma.
Nonostante la stanchezza incombente, e la voglia di arrivare e finalmente iniziare a rilassarci, affrontiamo anche la spesa, riempiamo un carrello di tutto un po', carichiamo tutto in macchina, e ripartiamo direzione sud; trovare Casuarina Point non è stato difficile, e pure la nostra casa. Prima però facciamo tappa a quella della famiglia che si occupa della villa in loco per conto del padrone di casa (che risiede in UK), insomma i caretaker, i quali con un bel sorriso ci affidano semplicemente le chiavi di casa, assieme ad un grazioso biglietto di benvenuto ed un depliant turistico dell'isola. Tutto molto semplice ed easy.. welcome to the Bahamas!! per qualsiasi evenienza, potevamo sempre contattarli, erano praticamente i nostri vicini di casa.
Facciamo appena in tempo a risalire in macchina, che si scatena il finimondo, una pioggia torrenziale che non si riesce a scendere dall'auto, rimaniamo lì in attesa che finisca!
Finalmente prendiamo possesso della casa, grande e ben accessoriata ma non di lusso, funzionale come una casa al mare deve essere. Sul retro abbiamo un bel giardino e una veranda in legno con sdraio, dove faremo colazione tutte le mattine. A disposizione ci sono anche un paio di biciclette e kayak. Ci sistemiamo un po', pranziamo anche, e verso sera usciamo a piedi verso la spiaggia, che dista appena 100 metri.. che splendore di atmosfera!! la bassa marea mette in mostra lunghe lingue di sabbia, qualcuno pesca, qualcun altro passeggia, saremo una decina di persone in una spiaggia che appare chilometrica, fantastica!
I primi giorni col fuso orario sono sempre un po' complicati da smaltire, c'è anche la stanchezza del viaggio e un sacco di altre robe, tipo l'aspettativa riposta nei giorni che ti si profilano davanti. Il mio risveglio della domenica non è stato dei migliori, ero molto stanca, ma ugualmente ci siamo messi in movimento per non perderci la giornata che si preannunciava splendida, alla faccia del temporale del giorno prima. Tutto con molta calma però!
Casuarina Point si trova vicino a Little Harbour, una piccola insenatura di cui avevo letto che fosse molto bella, che ha la singolare caratteristica di ospitare una galleria d'arte ed un ristorante bordo spiaggia, molto conosciuti da chi viene da queste parti, un posto con una storia particolare alle spalle (leggi l'articolo sul blog dedicato alla storia di Little Harbour), e Dio solo sa quanto mi piacciono i luoghi minuscoli, ma che hanno una STORIA. Quindi si parte in direzione di Little Harbour, che in linea d'aria è vicinissima, ma su strada dista ben 45 minuti. Little Harbour si trova su una piccola penisola, che fa per così dire da spartiacque tra il mare aperto dell'oceano, e quello interno raccolto tra le isole più piccole e più protetto.
Ma prima di svoltare per Little Harbour, ci dirigiamo verso la vicina Cherokee Sound, una piccola comunità di abitanti, con anche una scuola e una chiesa, circondata da una sconfinata laguna, di quelle che solo alle Bahamas secondo me le trovi, con le lingue di sabbia che affiorano ed i mille colori del mare. Qui si trova anche il pontile in legno più lungo di tutte le Bahamas, ben 770 piedi, ricordato anche da un'apposita targa. Ci fermiamo un po' a gironzolare e guardarci attorno, io avrei tanta voglia di farmi già il bagno ma qui è troppo poco profondo ed inoltre.. l'acqua è proprio fredda! URCA!!
Questa scoperta un po' m'indispettisce, ma non mi distoglie certo dall'intenzione di tuffarmi prima o poi in quel mare meraviglioso!
Lasciamo Cherokee Sound non senza aver commentato ampiamente su tutte le belle casette costruite nel tipico legno colorato, e di quanto ci sarebbe piaciuto stare lì (perchè noi ogni posto che visitiamo, immancabilmente ci facciamo anche un pensierino di come sarebbe stabilirsi lì in pianta stabile, ormai fa parte del gioco) e via verso Little Harbour, non senza fare un breve sosta nella meravigliosa Winding Bay, dove il mare è di un colore impossibile, la spiaggia bianchissima e deserta e l'acqua del mare.. gelata!! :-(
Quindi, anche qui niente bagno (per ora), ormai è ora di pranzo e speriamo che il Pete's Pub sia aperto, nonostante sia il giorno di Pasqua.
All'entrata del centro abitato costeggiamo la piccola spiaggia su un sentiero che conduce unicamente lì, non si può sbagliare è il Pete's Pub, ed è aperto! Abbiamo tanta fame e tanta voglia di fermarci qui, sembra un posto meraviglioso, quanta calma e rilassatezza...
La baia è piccola e meravigliosa, ci sono barche a vela e piccoli yacht in rada, scendiamo dall'auto, ci guardiamo intorno e poi ci avviciniamo al bancone del bar, a bordo spiaggia, per ordinare qualcosa da bere. E qua, prima di tutto ci salutano con un bel sorriso ed un HI HOW ARE YOU?, mentre noi stanchi morti ci stavamo già precipitando ad ordinare senza nemmeno dire ciao, e stando ben attenti che nessuno ci passasse davanti.. TAKE IT EASY!!
Ordiniamo anche il pranzo, che si rivelerà ottimo, a base di tonno alla griglia, e ci accomodiamo nelle tavolate in legno coi piedi nella sabbia. Non ci sembra vero, possiamo cominciare a rilassarci. Dopo pranzo, si visita anche l'originale galleria d'arte che ospita le sculture di alcuni artisti tra cui anche Randolph Johnston (fondatore della galleria e nonno dell'attuale gestore del ristorante), che praticamente fondò questa piccola comunità negli anni 50 del secolo scorso, trasferendosi qua con l'intera famiglia senza nulla, all'inizio vivevano tutti nelle caverne. Che spirito d'avventura e che bella storia!
Dopo pranzo restiamo ad oziare un po' in giro, ci facciamo qualche foto e poi si riparte con l'intenzione di rientrare a casa. Invece, ci sfugge la nostra svolta a sinistra verso Casuarina Point, e così senza quasi neanche accorgercene arriviamo fino in fondo all'isola (ma quanto siamo suonati??), vale a dire a Sandy Point. Anche qui, piccola comunità di abitanti, stavolta però no turisti o ville di ricchi americani o europei, è un paese abitato da gente del luogo, c'è un piccolo lodge per pescatori di bonefish, ed un'altra sterminata laguna. Ci fermiamo un po', vediamo anche passare all'orizzonte un'enorme nave da crociera e ci fa compagnia una famigliola di cagnolini. Poi però si riparte per tornare verso casa, siamo veramente cotti.
Una volta rientrati, però, credete che riusciamo a stare fermi? no, quindi prima che venga buio, tiriamo fuori le due bici e ci facciamo un giro per Casuarina Point al calar della sera. Siamo qua da appena 24 ore o poco più e già la gente ci saluta, ci sentiamo parte del luogo :-). Arriviamo fino un fondo alla strada, e poi andiamo alla spiaggia e l'immagine è la stessa della sera precedente, lo spettacolo delle lingue di sabbia e del mare al tramonto.
Beh, non proprio l'ultimo, perchè poi siamo ripartiti giovedi, ma ultimo giorno di vacanza in cui stavo bene.
La giornata comincia molto bene, ci prepariamo per andare a ritirare l'imbarcazione a noleggio prenotata dall'Italia già da mesi. Dopo aver confrontato vari noleggiatori, e chiesto consiglio al nostro padrone di casa, avevamo scelto BLUE WAVE RENTALS, i prezzi erano più o meno gli stessi degli altri, ma questo noleggiatore in più ci offre la possibilità di stipulare un'assicurazione sulla rottura del motore della barca, cosa non da poco visto che ad Abaco si gira tra lagune e cays con banchi di corallo affioranti, insomma, bisogna stare molto attenti.
A differenza di Exuma, ci consegnano un'imbarcazione in perfetto stato, sono molto professionali, ed inoltre abbiamo a disposizione una bella Marina in cui attraccarla con tutti i servizi, siamo veramente carichi come delle molle!
Decidiamo di dedicare la prima giornata ad Elbow Cay, raggiungibile in circa mezz'ora da Marsh Harbour via mare. Hope Town è il piccolo capoluogo dell'isola, conosciuto per il suo caratteristico faro bianco e rosso e per la bella insenatura. Alcuni dock sono privati ed altri invece pubblici, perciò se si riesce a trovarne uno libero, si può tranquillamente ormeggiare, scendere ed andare a visitare il centro abitato, oppure fermarsi al ristorante o in qualche spiaggia. Per girare per Elbow Cay (lunga in tutto circa 10 km) si possono affittare bici o golf kart in loco, oltre che andare a piedi ovvio, ma noi dopo essere scesi per visitare il faro, dalla cui sommità si gode di una vista spettacolare, decidiamo di muoverci in barca verso la spiaggia di Tahiti beach, all'estremità opposta dell'isola. Perchè io avevo troppa voglia di farmi un bagno!! a questo punto non ce la facevo proprio più, acqua fredda oppure no, mi sarei buttata.
Sul'orizzonte s'intravede una lingua di sabbia bianca, e poi anche una spiaggia, è lei, siamo in vista di Tahiti beach, ed anche di un bel pontile in legno probabilmente privato, ma ci attracchiamo lo stesso, non c'è scritto nulla e non c'è nessuno, e c'è posto per tutti. A piedi raggiungiamo la spiaggia, buttiamo la nostra roba da una parte finalmente mi faccio questo bagno, l'acqua era freschina ma non fredda come a Winding bay, che dà sul mare aperto, perciò più che godibile. É evidente che questo, essendo l'arcipelago più a nord delle Bahamas ha un clima tutto suo, l'abbiamo notato anche dal tipo di vegetazione, e le temperature del mare sono più basse rispetto alle altre isole più a sud.
Ci apprestiamo a fare un picnic sulla spiaggia e passare il resto della giornata in ozio, senonchè verso le 3 del pomeriggio ci viene di nuovo fame, un misero toast non era bastato, e quindi riprendiamo la barca in cerca di un bar, avevamo notato infatti dalla cartina che all'interno di una piccola baia a metà dell'isola si trovava una Marina con un resort ed un ristorante. Ed infatti, è proprio così, si tratta del Sea Spray Resort e Restaurant, un nome un po' pomposo per un posto sì carino ma anche molto informale per fortuna. Anche qui, si attracca la barca dove c'è posto e si va a mangiare, non è necessario essere ospiti del resort. Altro che spuntino, abbiamo ri-pranzato con dell'ottimo conch ed una birra fresca e tra una chiacchera e l'altra stavamo proprio bene, e facevamo considerazioni sul quanto ci sentivamo fortunati in quel momento, a poter stare in un posto così bello!
É ormai pomeriggio inoltrato e calcoliamo che ci vorrà circa un'ora per rientrare a Marsh Harbour, il sole cala intorno alle 19,30 ma è meglio non fare troppo tardi. E così attraversiamo il braccio di mare che ci separa da Great Abaco, apparentemente con la massima tranquillità, e quando siamo già in Marina per attraccare al dock, io metto un piede in fallo, scivolo sul fondo della barca e me lo rompo proprio, il piede.
Sì, così senza nessun preavviso, dopo una giornata spettacolare come questa, all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, scatta la tragedia.
Dopo una serata passata all' "ospedale" pubblico (poco più di un ambulatorio), e la mattina seguente in un'altra clinica per fare le lastre, arriva la notizia sconfortante che il piede era rotto, non una semplice storta, e la frattura era pure scomposta. La dottoressa dell'ospedale che mi guarda e non sa come dirmelo, che devo assolutamente tornare a casa oppure trasferirmi a Miami per farmi prendere in cura da un ortopedico il più presto possibile, perchè lì non hanno nessuno specialista, non hanno niente... nelle isole rifugio di più o meno ricchi vacanzieri, se ti rompi un osso devi fuggire via perchè non ti possono curare.. io non ci potevo credere, ma questa era la realtà.
E così, grazie al cielo avevamo un'assicurazione di viaggio, per l'esattezza prima di partire avevamo stipulato la Travelguard, viaggio singolo con copertura Platino, vale a dire il massimo della copertura senza nessuna franchigia di spesa. La contattiamo martedi pomeriggio e spieghiamo l'accaduto, e loro ci organizzano il rientro, non senza aver prima visionato tutti i referti di cui eravamo già in possesso, ed essersi assicurati che il gesso provvisiorio che mi avevano fatto fosse aperto, perchè con un arto completamente ingessato non si può viaggiare in aereo, è estremamente pericoloso.
Ci riprenotano quindi tutti i voli per il rientro per giovedi 24 aprile, con una tratta diversa perchè non c'erano posti liberi, viaggiando sempre American Airlines, ma via Barcellona, con uno scalo in più.
Ci rimane quindi ancora una giornata, mercoledi, da trascorrere ad Abaco prima di rientrare in Italia, e decidiamo di andare fino a Treasure Cay, al nord dell'isola; io semisdraiata dietro nella comodosa Dodge e con le stampelle per raggiungere il ristorante per pranzare... che spiaggia incredibile che ha Treasure Cay, peccato averla potuto solo intravedere, mica potevo saltellare in mezzo alla sabbia con le stampelle!! ahhhhhhhhh che razza di disavventura!!
Se volete risparmiare, cercate un alloggio in appartamento, oppure in una località secondaria rispetto a quelle più turistiche. Così facendo risparmierete anche per prendere un'auto a noleggio e spostarvi come vi pare sull'isola.
2) LE TEMPERATURE DEL MARE SONO MENO ELEVATE RISPETTO ALLE ALTRE ISOLE DELLE BAHAMAS. Questo dipende dal fatto che Abaco è l'arcipelago più settentrionale delle Bahamas, a fine aprile il mare era piuttosto freddino, ma comunque non era impossibile fare il bagno, tutt'altro.
3) SPIAGGE. Marsh Harbour è sì la località principale sull'isola, ma non ha una spiaggia vera e propria. Anzi, non ce l'ha per niente. Alcune case in quella zona però godono di piccole insenature private. Per trovare le grandi spiagge libere e deserte - come è giusto aspettarsi dalle Bahamas!, - bisogna spostarsi in macchina oppure coi traghetti verso le altre isole.
4) VOLI. Da prenotare con largo anticipo, i voli per le Bahamas sono molto cari e vanno acquistati almeno 6 mesi prima.
5) ULTIMA (e più IMPORTANTE): MAI PARTIRE SENZA L'ASSICURAZONE DI VIAGGIO.
Alle Bahamas gli unici ospedali si trovano a Nassau e a Grand Bahama. Sulle altre isole ci sono delle piccole "cliniche", pubbliche o private, come ad Abaco, oppure nemmeno quelle, dipende. É fondamentale quindi avere un'assicurazione sanitaria che consenta un rapido intervento in caso di bisogno, il trasferimento in una struttura adeguata (anche sul territorio americano) e si faccia carico (come nel nostro caso) delle spese di rimpatrio anticipato. Ci saremmo rovinati economicamete se avessimo dovuto ricomprarci di tasca nostra quei biglietti aerei per il ritorno, ed anche le spese mediche, di cui abbiamo chiesto il rimborso, ammontano ad una bella cifra. La nostra assicurazione di viaggio era Travelguard.
Leggi in questo articolo la nostra esperienza con questa assicurazione di viaggio >>
Le guide di viaggio sulle Bahamas
Lonely Planet: Bahamas e Turks and Caicos della Lonely Planet - edizione 2012
La Guida più voluminosa che comprende tutte le isole: Caraibi Discover - Lonely Planet - edizione 2015
Bahamas della Rough Guide edizione 2007 - un po' datata ma ben fatta, è quella che ho comprato io
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LITTLE HARBOUR, STORIA DI UN LUOGO SPECIALE >>
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