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<<...E’ il 13 gennaio 2009 e stiamo atterrando a Parigi, aeroporto di Orly.. alle 7 del mattino è ancora buio pesto... Anche alle 8 e anche alle 9 sarà ancora buio, e freddo, e grigio… alla navetta che ci deve portare al Mercure Rungis per riposare un po’, l’autista ci guarda e fa: no no, è solo per i clienti dell’Hotel.. ci guardiamo, io e Filippo, reduci da un volo oltreoceano di 8 ore: facce stanche ma abbronzatissime, vecchia giacca a vento e zainetto, io fascia madras in testa, valigie varie.. no decisamente non abbiamo nulla a che fare con la clientela business del Mercure.
Ci guardiamo intorno e per la prima volta realizzo: oddio, siamo atterrati su un pianeta alieno!! No, no, non può essere lo stesso pianeta di quella dolce isola che abbiamo lasciato al nostro decollo una decina di ore fa… andiamo a dormire per qualche ora e io mi sogno la Guadalupa che ho appena lasciato..>>
Sainte-Anne e la dolce Caravelle.
E’ la nostra prima mattina in Guadalupa (in indiano caribe “Gwada”), e dobbiamo cominciare ad ispezionare i dintorni, per controllare se è rimasto tutto com’era due anni e mezzo fa quando l’abbiamo lasciata l’ultima volta.
Complice il fuso orario alle 8 di mattina siamo già fuori dal nostro bungalow e in pochi minuti a piedi siamo alla spiaggia de La Caravelle, naturalmente deserta. E’ il 29 dicembre e fatico a crederci! Questa spiaggia ha dell’incredibile, si snoda attorno ad una piccola punta che si sporge nel mare, il lato ovest molto ventilato e adatto per gli sport acquatici, e il lato est molto più riparato, con una piccola laguna e delle palme bellissime. L’accesso è libero a chiunque, però la folla dei clienti del ClubMed monopolizza la spiaggia principale. Constatiamo purtroppo che la spiaggia è più sporca di come ce la ricordavamo, in modo particolare sul bellissimo lato ovest montagne di alghe non sono state rimosse e nemmeno gli avanzi di qualche festeggiamento…Però la luce che c’è nelle prime ore del mattino è stupenda, i colori hanno una nitidezza che non avevo mai visto, la quasi totale assenza di afa anche nelle ore più calde, in questo periodo dell’anno dona maggiore vividezza ai colori.
Dato che abbiamo optato per un alloggio self-catering dobbiamo fare un po’ di rifornimenti, e cosa c’è di meglio del coloratissimo mercato di frutta e verdura che si tiene tutti i giorni della settimana nel centro del paese di Sainte-Anne. Il sapore della frutta che si può comprare qui non ha nulla a che vedere con quella che si può trovare nei supermercati, persino negli stessi supermercati della zona. Ripasso il mio misero vocabolario di francese: je voudrais des bananes, goyave, tomates, salad e ananas.. s’il vous plait..oddio come si dice ananas in francese?!?! Ah sì..sempre ananas!!
Ci dirigiamo poi verso il Leader Price, un po’ fuori dal centro abitato, per fare la spesa vera e propria, e poi in paese ci riforniremo spesso nelle varie rosticcerie e boulangerie. La spiaggia è al centro del paese, ed è molto carina, ma anche questa piuttosto affollata; cerchiamo subito di individuare qualche locale che prepari i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno, ma non ci sembra di trovarne, ci sono tanti localini che tengono aperto durante il giorno, alle 17,30 però quando tramonta il sole... tutti a casa! Staremo a vedere.
Sainte-Anne è un paese che ha conservato la sua autenticità, è diventato uno dei più frequentati dal turismo fai-da-te in Guadalupa, con un’ampia offerta di residence, bungalow, appartamenti e servizi, ma decisamente non ruota tutto attorno al turista.
Guadalupa: l'entroterra di Grande Terre ed i Grands-Fonds
Guadalupa è un’isola a forma di farfalla, la cui “ala” più a est (Grande Terre) rappresenta la parte più pianeggiante ed agricola. Il suo entroterra, (Grands Fonds) riserva però delle bellissime sorprese in termini di paesaggi lussureggianti per chi decide di avventurasi al suo interno, per esempio partendo da uno dei paesi della costa sud come Sainte Anne in direzione nord. Ci dirigiamo verso Port Louis e Anse du Souffleur, una magnifica lingua di sabbia dorata/rosata, molto tranquilla e poco affollata, che si affaccia su di uno specchio di mare verdeazzurro... in questa limpida giornata, poi, all’orizzonte si staglia in modo nettissimo il profilo di Basse Terre, l’ala montuosa di Guadalupa, e la vista dell’isola di Montserrat, sede dell’omonimo vulcano che guardando bene…sta visibilmente fumando..è in attività! Dopo qualche ora arriva in spiaggia una scolaresca di bimbetti attorno ai 5-6 anni, con tanto di maestre, istruttori di nuoto e via discorrendo e a un certo punto, aleeee… tutti in acqua!!
Come in molti altri paesi di Guadalupa, il cimitero locale è molto vicino al mare… ed è caratteristico per le sue lapidi e monumenti funerari decorati bianchi e neri; anche su Anse du Souffleur se ne trova uno, ma naturalmente noi, in costume da bagno e quant’altro, non ci siamo avvicinati per motivi di decoro! Il più famoso di questi cimiteri (famoso perché meta anche di semplici curiosi turisti, con un certo comprensibile disappunto da parte della gente del posto…) è quello di Morne à l’Eau.
Nel pomeriggio preoseguiamo verso Pointe de la Grande Vigie, all’estremo nord di Grande Terre, da cui si ha una vista grandiosa sull’Oceano Atlantico e le vicine isole di Antigua e Montserrat; ancora una volta notiamo l’eccezionale vividezza e nitidezza dei colori e dell’atmosfera circostante, e questa splendida sensazione ci accompagnerà per tutta la vacanza. Rientriamo a Sainte Anne dirigendoci verso la città di Le Moule e poi attraversando ancora i Grand Fonds.
Bonne Année!! capodanno in Guadalupa
E così, arriva anche il fatidico “ultimo dell’anno” e cerchiamo qualche localino che proponga un menu di San Silvestro; sulla spiaggia di Sainte-Anne ce ne sono un paio che assicurano anche la “soirée dansant” e così ci iscriviamo ad uno di questi.
Sfortunatamente la cena si rivela un po’ bislacca, vino scadente e qualche piatto “terminato” (ma come terminato?! È la cena di capodanno prenotata!!) anche se il cibo e l’aragosta sono ottimi e pure la compagnia di una simpatica famiglia italiana al cui tavolo ci siamo aggregati per aspettare la mezzanotte.
Stendiamo un velo pietoso anche sull’accompagnamento musicale (cd, altro che musica dal vivo) e lo “champagne” a mezzanotte (una coppa di vino bianco con ghiaccio servita alle 23,30) ahhhhh!!!! E vabbè!!! Ridevamo così tanto che non siamo nemmeno riusciti ad arrabbiarci!!
La mattina seguente, io sono in piena forma, mentre invece c’è qualcun altro che non riesce a smaltire il vinello e gli serve una pastiglia per il mal di testa..he..he.. e trascorriamo l’intera giornata pigramente sulla spiaggia de La Caravelle, dalla quale, la sera, assistiamo al più bel tramonto della nostra vita.
Parc Floreal Valombreuse
Consigliati dai nostri amici della sera di Capodanno, decidiamo di visitare questo parco floreale che si trova a Basse Terre, l’ala più a ovest che forma la “farfalla” della Guadalupa. Appena arrivati inizia a piovere e così all’entrata acquistiamo anche due cerate per non lavarci completamente dalla testa ai piedi: da quest’oggi in poi dovremmo fare i conti con la pioggia tutti i giorni.
La visita del parco è un vero piacere, permette di godere della bellezza di tante specie tropicali, e anche di imparare (per degli ignorantoni come noi… vergogna) l’aspetto e la forma di alcune piante con i cui frutti o semi abbiamo a che fare spesso: la vaniglia o l’ananas, per esempio.. Oppure altre meno conosciute: il rosso “griffe du diable”, o la bellissima “rosa di porcellana”, uno stupendo fiore rosso visto tante volte magari nelle foto di altri ma di cui fino a quel momento avevo sempre ignorato il nome..e tante varietà di orchidee, palmeti e bananeti… Per chi arrivasse un po’ più attrezzato di noi, sempre in copricostume e ciabatte, è possibile fare la passeggiata nella foresta sino alla cascata (30 minuti), non è difficile ma bisogna anche attraversare un torrentello e può diventare un po’ più impegnativa se il sentiero è sdrucciolevole per la pioggia.
La cosa più bella, quando ci si trova in questi ambienti naturali, è ascoltare: dalla natura, dalla foresta ti arrivano mille piccoli suoni e rumori che tu non sai decifrare e ti chiedi quante e quali creature vi possano abitare e che tu non conosci, ognuna con il suo richiamo, perfino la rugiada o l’umidità che stillano dalle piante sembra che debbano avere un loro suono…
All’interno del parco è presente anche un’area giochi per i più piccini ed un self service in cui abbiamo consumato un buon pasto a base di stufato di carne con contorno di riso. Inoltre è molto interessante la piccola esposizione che illustra la formazione geologica dell’arcipelago della Guadalupa, i suoi differenti tipi di spiagge con il relativo colore della sabbia (da bianca, a dorata, a nera), i suoi mestieri, oggetti e abitazioni tradizionali: un’antica sorbettiera, una miniatura di una capanna creola e le bambole abbigliate con le tipiche stoffe Madras.
Nel pomeriggio attraversiamo Basse Terre lungo la Route de la Traversée, la strada panoramica che la taglia da parte a parte: è stata aperta nel 1967 ed ha permesso a tanti abitanti dei paesi più sperduti dell’entroterra di uscire dall’isolamento, e collegamenti più veloci con il resto dell’isola; attraversando la foresta pluviale infatti è possibile giungere sulla costa caraibica senza dover “circumnavigare” l’isola. Giungiamo alla nera Plage de Malendure per un bagno rinfrescante prima di rientrare.
Escursione all'Ilet Caret, tra picnic e mangrovie.
L'escursione all’Ilet Caret è un classico da fare in Guadalupa; questo isolotto di sabbia bianca e dalle acque cristalline si trova appena al di fuori del perimetro del parco del Grand Cul de Sac Marin, che è protetto e non accessibile, motivo per cui tutti i turisti sbarcano qui con le gite organizzate.
Ma procediamo con ordine: prenotiamo telefonicamente l’escursione con Nico Excursions, c’è la pubblicità sulla cartina stradale della Guadalupa e la frasetta magica “si parla italiano” ci convince a chiamare. In realtà Nico (forse Nicola?) non è che: “parla italiano”, italiano lo è proprio! Un altro trapiantato qui da un sacco di anni, e che non se ne vuole andare.. chissà perché…
La sua piccola imbarcazione (solamente 12 persone) parte dal porticciolo di Sainte-Rose per gite di mezza o un’intera giornata, noi abbiamo fatto la mezza giornata, pranzo escluso a 35 euro a testa (un po’ caruccio..). All’andata si fa una sosta per lo snorkeling sulla barriera corallina e poi si giunge all’Ilet Caret per la sosta pranzo; appena avvistata l’isoletta si comprende di non essere i soli fortunati ad avere il privilegio di sbarcare qui..ci sono moltissime imbarcazioni attraccate e decine di persone in fila per i barbecue delle varie gite organizzate… Comunque il nostro angolino di paradiso riusciamo a trovarlo lo stesso, ci gustiamo il nostro panino sotto ad una palma e la vista è completamente libera davanti a noi, solo il mare cristallino in cui ci godiamo un bagno lungo praticamente tutto il tempo che siamo rimasti…
Nel tragitto di ritorno Nico ci illustra le peculiarità del Parco Marino che protegge il singolare ecosistema delle mangrovie, l’unica pianta al mondo che trae il suo nutrimento dall’acqua salata, e tutte le specie animali che vi trovano riparo e che vengono qui a riprodursi. Questa pianta riesce a sopravvivere nell’acqua salata perché “scarica” per così dire tutto il sale che assorbe su di un’unica foglia che diventa gialla e muore per “salvare” le altre… che storia!
Da Gosier a Pointe des Chateaux: tutte le spiagge più belle.
Nella costa sud di Grande Terre, tra Gosier a Pointe des Châteaux, si trovano le più belle spiagge una vicino all’altra.
Tra Gosier e Sainte-Anne: ce ne sono diverse, segnalo Plage de Petit Havre, piccolina e tranquilla, si può nuotare e starsene in pace, fare attenzione però agli alberi di mancennillier, le sue foglie diventano tossiche quando sono bagnate. Al tramonto la bassa marea ti fa scoprire tante piccole creature che vivono nelle acque più basse…
Tra Sainte-Anne e Saint-Francois la pnostra preferita è Plage du Bois Jolan (foto sotto), si raggiunge attraversando per alcuni chilometri un bosco, tra prati frequentati solo da mucche al pascolo. È una spiaggia lunghissima con un’unica grande laguna, con acque molto basse e mare dai colori stupendi e vi si può sempre trovare il proprio angolo di pace all’ombra, anche se nel finesettimana è molto frequentata dalla gente del posto che vi organizza e dei veri e propri raduni famigliati.. purtroppo ci è sembrata anche molto più rovinata rispetto all’ultima volta, la spiaggia è più corta e la vegetazione spelacchiata, probabilmente danni provocati dall’ultimo uragano… rimane comunque bellissima!
A Saint Francois ci sono due spiagge molto belle: Plage des Raisins Clars e Plage du Meridien.
La prima s’incontra all’entrata del paese, anche questa è una grande laguna, con acque però un po’ meno basse, in cui si può anche nuotare, un paio di ristorantini e bar in cui rifocillarsi…anche qui il classico piccolo cimitero bianco e nero proprio in riva al mare.. La seconda invece era la spiaggia dell’omonimo hotel Meridien (ora chiuso e addirittura in rovina), piccola e con laguna con acque però meno cristalline dovute al fondo più melmoso, tanti vi praticano il kitesurf e vi si affacciano alcune meravigliose ville private.
La punta di Pointe des Châteaux, che si protende nell’Oceano Atlantico, offre un panorama grandioso: al largo si scorge l’isola de La Desirade, da una parte onde violente e impetuose s’infrangono contro le rocce, dall’altra le acque più calme delle spiagge di Grande Saline e Anse à la Gourde, protette dalla barriera corallina. Anche se non vi si trova quasi nessuna ombra, vale la pena di fermarsi un poco su questo tratto di spiagge, di accecante sabbia bianca corallina e acque turchesi in cui fare un po’ di snorkeling; la zona è molto isolata e in mare ci sono un po’ di correnti, quindi bisogna prestare attenzione.
Una giornata in catamarano a Petite Terre
Le altre isole che insieme alla stessa Guadalupa formano il suo arcipelago sono: Marie Galante, La Desirade e Les Saints, oltre ad una serie di piccoli isolotti non abitati. Tra questi, il più noto e meta di visitatori è Petite Terre. Dalla Marina di Saint-Francois partono diverse gite organizzate per questa meta, noi abbiamo optato per Paradoxe Croisieres, è la più costosa (85 euro compreso il pranzo) ma ne vale la pena, noi ne siamo rimasti veramente entusiasti! L’imbarcazione è grande e confortevole (max 48 passeggeri), in alcuni tratti vengono issate le enormi vele tra l’entusiasmo generale e la navigazione prosegue sospinti dagli alisei… veramente una bella esperienza!
Petite Terre è una riserva naturale abitata solamente da una colonia di iguane molto rare (iguana delicatissima)che si possono osservare anche da molto vicino facendo una piccola passeggiata tra la vegetazione, fino a giungere al vecchio faro; all’esterno dei due isolotti che formano la laguna si trova la barriera corallina, uno strapiombo in mare di duemila metri. In laguna si può fare snorkeling, ci sono tanti bei pesciolini colorati, il corallo però purtroppo è tutto morto; se si è fortunati si può avvistare una tartaruga oppure una coppia di enormi cernie, come è capitato a noi.
La giornata è stata scandita prima da 3 forti nubifragi, tra l’altro in un momento in cui stavamo già tutti gustando l’ottimo pranzo a buffet, e quindi… anche i piatti erano allagati! All’inizio ti viene quasi da arrabbiarti perché per quasi due ore siamo andati avanti così , tra continui fuggi-fuggi generali alla ricerca di un riparo… ma poi l’abbiamo presa in ridere: c’era chi si buttava in acqua lo stesso e chi ha improvvisato una danza sotto la pioggia torrenziale... è così che bisogna prenderla! Infine è uscito un caldissimo sole che ci ha permesso di asciugare le fradice membra e godere appieno della bellezza del luogo!
Nel tragitto di ritorno abbiamo avvistato una coppia di delfini, un gruppo di snorkelisti tuffatisi da una piccola imbarcazione stavano giocando con loro.
Passeggiando nella foresta tropicale della Guadalupa
Visitando Basse Terre non ci si può lasciar sfuggire un giro nella foresta pluviale, salire al vulcano La Soufriere oppure alle cascate del Carbet… ci sono vari percorsi di difficoltà tra cui scegliere e vari punti di partenza…
Il punto più facilmente accessibile a tutti è quello che porta alla Deuxieme Chute du Carbet, è la seconda tra le tre cascate e la più alta come salto (115 mt).
La partenza è dal parcheggio del Belvedere, si paga l’entrata (1 euro) e il percorso si snoda per 30 minuti lungo delle facili passerelle nella foresta; man mano che si procede il rumore dell’acqua si avvicina sempre di più, finchè dopo aver attraversato un ponte, si giunge al salto. Il ponte sospeso che attraversa il corso d’acqua e permette di trovarsi proprio di fronte alla cascata, al momento è stato chiuso per motivi di sicurezza.
Rientrati dalla passeggiata si può pranzare al chiosco in cui una signora prepara poulet roti accompagnato da frites, accras e cruditè… sembra una tipa un po’ burbera, ma chiedetele un buon ti-punch e fatele un sorriso: diventerete amici!
Mestieri e gusti tradizionali della Guadalupa: dal sorbet au coco al ti-punch.
In Guadalupa sopravvivono alcuni mestieri particolari: la venditrice di sorbetto al cocco, squisito e rinfrescante, preparato con una gelatiera tradizionale in legno, a volte con la variante granita, oppure c’è che prepara il chi-chi, bastoncini dolci di pasta frolla fritti al momento e ricoperti di zucchero di canna o di cioccolata, un autentico attentato alla linea e al colesterolo..ma come si fa a resistere per soli 2 euro?! Inoltre in spiaggia ci sono le vendeuse, venditrici di costumi e pareo, che per mostrare i loro prodotti fanno delle vere e proprie sfilate davanti ai bagnanti.
Come non assaggiare i prodotti locali? Dalla magnifica frutta, ai prodotti della canna da zucchero: lo zucchero stesso e il rhum, vieux oppure “agricole”, declinato anche in aperitivi come il ti-punch (per uomini forti!) oppure il planteur (per signore!).
Ricetta del ti-punch: 1/3 di zucchero di canna, 2/3 di rhum agricolo, una fettina di lime!
Il planteur invece è una mescolanza di succo di frutta e rhum.
Inoltre le marmellate, che sono dei veri e propri nettari: goyave, passion, maracudja…
A parte questi, la maggior parte degli altri prodotti, alimentari e non, in Guadalupa è d’importazione, e di conseguenza non hanno nulla a che vedere con le produzioni locali e sono anche abbastanza costosi.
Se mangiate fuori, in qualche localino, assaggiate il poulet roti, è un semplice pollo alla griglia ma è veramente squisito, accompagnato con un po’ di cruditè (insalata e pomodori!), oppure le accras, frittelle preparate a volte con pesce a volte con verdura, il lambi (conchiglia), il ragout o il colombo, carni di manzo o maiale preparati in genere come stufato, speziati alla creola, e accompagnati con riso, verdure oppure patatine, e poi i crabes (granchi di terra) la langouste fricassée (aragosta) con contorno di banane pasticciate… insomma c’è da leccarsi i baffi!
Considerazioni finali, informazioni pratiche Guadalupa.
1) VOLO. EasyJet (Milano Linate - Parigi Orly) e AirFrance
(Parigi Orly - Pointe a Pitre).
Perfetto il volo con AirFrance sia all’andata che al ritorno, sia come puntualità che come servizio a bordo; in ritardo di un’ora e mezza EasyJet all’andata. Entrambi i voli prenotati online sui rispettivi siti, circa 2 mesi e mezzo prima della partenza.
Tariffe abbastanza elevate data l’alta stagione turistica: euro 900 a testa per il volo AirFrance ed euro 158 per il volo EasyJet. I voli da Parigi Orly per le Antille sono plurigiornalieri e quindi si può organizzarsi il viaggio con le date e gli orari che fanno più comodo.
Noi abbiamo fatto una notte di sosta sia all’andata che al ritorno, per spezzare il viaggio e farci un giretto a Parigi: all’andata abbiamo dormito all’Hilton Orly (65 euro a camera compresa colazione, prenotato tramite l’offerta weekend MiniBreak) e al ritorno al Mercure Rungis (135 euro).
2) SOGGIORNO. Bungalow Malueva gestiti in loco da un italiano che vive in Guadalupa da 3 decenni ormai, spesa totale: euro 1200 per 16 notti, prenotato scrivendo email al proprietario (necessaria caparra).
I 6 bungalow si trovano all’ingresso del paese di Sainte Anne, in una proprietà recintata, al centro di un giardino, ognuno può ospitare fino a 4 persone (due letti in soppalco non adatto a bimbi piccoli, matrimoniale in camera separata). Sono nuovi e carini, accessoriati in modo essenziale: di asciugamani ne abbiamo trovato solo uno a testa, abbiamo dovuto chiedere per averne altri (prontamente consegnati), c’è il minimo indispensabile come stoviglie per la cucina. L’armadio non è presente nella camera da letto, c’è una nicchia nel muro con ripiani e appendiabiti, ma questa probabilmente è un’usanza comune nell’arredamento dei bungalow e residence nelle Antille perché l’abbiamo sperimentata anche in altri alloggi. La cosa importante è che tutto è nuovo e perfettamente funzionante. Molto bella la veranda in legno. Migliori secondo me i bungalow nr 1 - 2 - 3 (più all’interno del giardino), noi eravamo al nr 5, da sconsigliare il nr 6 perché si trova più vicino alla strada (i nostri vicini si lamentavano un po’ per il rumore, noi invece abbiamo sempre dormito sonni tranquilli).
La spiaggia della Caravelle dista 10 minuti di passeggiata a piedi percorrendo una piccola stradina quasi interamente all’ombra. A pochi passi: diversi ristoranti (tra cui il rinomato “Kote Sud”), bar all’ingresso della spiaggia, boulangerie; supermercato a 15 minuti a piedi. Distanza dall’aeroporto: 30 minuti di auto.
3) AUTO A NOLEGGIO. Hertz spesa: 460 euro per 17 giorni, comprensivo dello sconto per i possessori della tessera Flying Blue (frequent flyer AirFrance); nei periodi di alta stagione turistica è indispensabile prenotare. Ci hanno consegnato una Citroen C3 praticamente nuova.
E’ consigliabile l’auto a noleggio per visitare Guada, permette di girare in libertà e le strade e la segnaletica sono ottimi. I servizi di autobus pubblico sono presenti ma limitati alle zone più turistiche.
4) SERVIZI ED ACQUISTI. Se prenotate un alloggio self-catering sappiate che troverete negozi e supermercati ovunque, compresi gli hard discount: il costo della vita è però alto, quasi tutti i prodotti sono d’importazione.
Consigliatissimi i mercatini della frutta e verdura che vendono prodotti locali, compreso il rhum e le spezie.
Farmacia, bancomat e ufficio postale in ogni paese.
Souvenir: carini gli articoli in Madras, in legno e in cocco, vari oggetti provengono però dal sud-est asiatico, informatevi su quello che state acquistando… le lucertole dipinte a colori vivaci, in legno o in metallo, sono simpaticissime ma io le ho trovate anche nei negozi di souvenir di Lanzarote!
Artigianato: sono gli unici oggetti veramente originali che vale la pena acquistare, per esempio quelli in palma di cocco intrecciato confezionati dai rasta sulle varie spiagge: cesti, cappelli e i bellissimi pesciolini! Eravamo veramente tentati di portarcene a casa un paio, sono però oggetti molto fragili da mettere in valigia e abbiamo avuto paura che arrivassero a casa distrutti.
5) CLIMA GUADALUPA. Una cosa va detta: il fatto che il periodo di Natale e Capodanno sia altissima stagione turistica riguarda solo i prezzi e non il fatto che sia la stagione perfetta!
La stagione migliore, quella più secca, va da febbraio ad aprile: il periodo dicembre-gennaio è buono, però non riuscirete a schivare qualche pioggia, e non soltanto nelle ore serali o notturne. Quindi se decidete di andare in questo periodo, mettetevi il cuore in pace e portatevi un k-way. D’altra parte questo periodo dell’anno è splendido per la quasi totale assenza di afa, l’aria condizionata serve poco e si trova sempre refrigerio se ci si mette all’ombra anche nelle ore più calde. La temperatura del mare è intorno ai 25-26 gradi, molto gradevole, lunghi bagni assicurati!
Da evitare agosto e settembre a causa del pericolo uragani. Buono anche il mese di maggio (nostro precedente viaggio), tempo stabile ma molto afoso, prezzi bassi ma non tutte le attività turistiche sono aperte.
6) SPIAGGE. C’è solo l’imbarazzo della scelta, sono tutte fantastiche!
Di sabbia bianca o dorata a Grande Terre, generalmente non attrezzate, con esclusione della spiaggia di Sainte-Anne e de La Caravelle (si può usufruire di una giornata al ClubMed che comprende l’uso dei lettini, attrezzature sportive, pranzo a buffet e bar). Di sabbia vulcanica invece le spiagge di Basse Terre, con l’esclusione delle spiagge tra Deshaies e Sainte-Rose (versante caraibico), che sono di sabbia chiara.
7) SICUREZZA E RAPPORTI CON LE PERSONE. Guadalupa è un’isola tranquilla dal punto di vista dell’ordine pubblico, nessuno vi importunerà per strada o cercherà di vendervi a tutti i costi qualcosa. Bisogna tuttavia bisogna prestare molta attenzione alle spiagge isolate, a volte frequentate da ladruncoli: non perdete mai di vista i vostri effetti personali, meglio non rimanere troppo lontani dalle altre persone. Nessun problema invece nelle spiagge più turistiche. Vi potrà capitare inoltre di notare un paio di tipi (probabilmente un pò fumati…) che frequentano le spiagge suonando qualche strumento o passando a salutare tutti i bagnanti, magari chiedendo una sigaretta… l’importante è rivolgersi sempre alle persone con modi gentili e mai aggressivi, vale anche per questi tipi strambi ma fondamentalmente innocui. Dite loro semplicemente che vi dispiace ma non parlate francese e vi lasceranno in pace.
Le lingue parlate sono il francese e il creolo, pochissimi sanno un pò d’inglese.
8) DA NON PERDERE
Se siete in vacanza con la famiglia oppure turisti-fai-da-te: scegliete Sainte-Anne.
Se volete soggiornare in hotel e cercate un pò di animazione e vita notturna: andate a Gosier.
Se volete una località un pò più “in” e la vicinanza al porto turistico: Saint-Francois.
Se cercate una vacanza immersi nella natura, e starvene unicamente per i fatti vostri: alloggiate in Basse Terre.
In ogni caso… il problema non è andarci in Gwada.. il problema è tornare a casa!
Le guide di viaggio sulla Guadalupa
La Guida generica "Caraibi" di National Geographic >>
La Guida più voluminosa che comprende tutte le isole: Caraibi - Lonely Planet - edizione 2018
La Guida Michelin in Francese: Guadeloupe Martinique. Petites Antilles >>
GUARDA TUTTE LE FOTO DEL VIAGGIO >>
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