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... forse la spiaggia di South Beach, il divertimento notturno, lo shopping, i grattacieli e le modelle che passeggiano su Ocean's Drive. Oltre a tutto questo, magari, anche CSI Miami, il telefilm!
Ebbene sì, per la nostra prima visita in assoluto negli States abbiamo scelto proprio Miami, e così al termine del viaggio che nello scorso mese di giugno ci ha portato nella bella isola caraibica di Exuma, abbiamo fatto uno stop in questa città prima di rientrare in Italia, per farci una prima idea in assoluto degli USA.
Dato che avevamo a disposizione soltanto 3 giorni scarsi (arrivati giovedì pomeriggio, siamo ripartiti domenica), abbiamo optato per buttarci a capofitto in tutte le attività più "turistiche" che la città può offrire, spostandoci tra Miami Beach (dove soggiornavamo) e Downtown, e tutto ciò con il meteo che ci remava continuamente contro (acqua a catinelle e afa allucinante per tutto il tempo).
Questo però non ha fatto altro che accendere ancor più la nostra curiosità, insieme al fatto che si tratta di una delle mete più frequentate dal turismo da diporto internazionale. Dato che infatti dall'anno scorso ci dilettiamo con una piccola barca a vela qua nel nostro Mediterraneo, ed in generale ci era piaciuta molto anche l'esperienza di Exuma, in cui siamo andati alla scoperta di Stocking Island ed Elizabeth Harbour con una piccola imbarcazione a noleggio divertendoci molto, abbiamo pensato che a maggior ragione l'arcipelago di Abaco, molto più attrezzato in tal senso, e con una vasta area marina protetta, rispetto al mare aperto dell'oceano, da una "cintura" di isole e cays, avrebbe fatto proprio al caso nostro.
Innanzitutto, diciamo che Miami Beach è una municipalità separata dalla città di Miami (io non lo sapevo); sorge su di un'isola al largo della città, alla quale è collegata da diversi ponti ed arterie stradali, prima fra tutte la panoramica McArthur's Causeway. Per raggiungerla dall’aeroporto internazionale è necessario prendere un taxi per la cifra di circa 40 USD, mancia compresa. Qui la vita ruota attorno agli alberghi di Ocean's Drive, alla lussuosa Marina, alle isole private dei milionari ed alle vie pedonali dello shopping come Lincoln's Road Mall.
Ragion per cui, la primissima impressione che abbiamo avuto appena arrivati è stata un misto tra una sensazione di euforia per il fatto di trovarci per così dire un po’ al centro del mondo, e la domanda: ma noi che ci facciamo qui in mezzo a questo casino?? Domanda più che giustificata, tenuto conto anche del fatto che venivamo dalla tranquillità più assoluta di 10 giorni passati in una sperduta isoletta dei Caraibi.
Soggiornare a South Beach (a caro prezzo)...
Abbiamo dormito 3 notti all'Hotel Marriott Vacation Club Pulse (125 euro a notte + 18 USD al giorno a camera per colazione ed altri extra, obbligatori da pagare in loco), situato proprio su Ocean's Drive, l'area per eccellenza della movida notturna, con hotel, ristoranti, discoteche a cielo aperto, happy hour a tutte le ore. Il vantaggio offerto da questo hotel era però che la sua posizione era sì centrale, ma la nostra camera dava sul retro ed era silenziosa; quindi nonostante tutto siamo riusciti anche a dormire la notte. Lanostra camera standard era un ampio monolocale modernamente arredato, attrezzato con kitchenette con frigo e microonde; sulla bella roof terrace venivano servite la prima colazione mattutina e l'happy hour serale.
Girare a Miami (come una trottola)..
Avendo poco tempo a disposizione, a Miami Beach la cosa migliore è girare semplicemente a piedi o in bici per assorbire un po' l'atmosfera del posto. In Lummus Park (l'area verde che divide Ocean's Drive dalla spiaggia) ed anche in altre stazioncine in città, si possono noleggiare le bici presso DecoBike.
Il sistema di noleggio biciclette funziona ad ore, si paga con carta di credito presso la cassa automatica ed il mezzo viene rilasciato sul momento, basta sbloccare manualmente la bicicletta dal portabici. Peccato per il costo un pò eccessivo: 10 USD per 2 ore di noleggio, 24 USD per la giornata intera. La cosa simpatica però è che si può lasciare e riprendere in qualsiasi stazione e poi magari proseguire a piedi o riprenderla quando serve, il conteggio delle ore è effettivo in base all'utilizzo.
Noi abbiamo noleggiato per 2 ore, tempo sufficiente per girare l’intera South Beach sino al nuovo e lussuoso South Pointe Park (in cui il prezzo di un appartamentino parte dai 2 milioni e mezzo di dollari - gulp), dove i bellissimi grattacieli affacciano sulla Marina e sull’ancor più esclusiva isola di Fisher Island, bagnarci come pulcini sotto un’acquazzone tropicale mica da ridere, e rientrare alla base pedalando sulle arterie più trafficate di tutte, Alton Road e Washington Avenue, tra macchinoni e limousine che ci sfrecciavano imperterriti di fianco. In ogni caso, che ci si sposti a piedi oppure in bici, è molto bello percorrere il Beachwalk, l’ampio lungomare ombreggiato di palme a ridosso della spiaggia.
Interessante, ma forse un pò sopravvalutato, è l'ArtDeco District, una zona della città spesso vista e rivista in film e telefilm, in cui girare tra palazzi e case costruite a partire dagli anni '20, ristrutturati e tirati a lucido con colori pastello e tinte vivaci. Molti di questi attualmente sono negozi ed hotel, tra cui la tristemente nota maison dello stilista Gianni Versace, riconvertita in albergo di lusso.
Queste costruzioni si trovano non soltanto su Ocean's Drive, ma anche in Collins Avenue, l'arteria stradale parallela, che per certi versi mi è piaciuta anche di più della prima e più famosa. Per chi fosse interessato a qualche visita culturale, a Miami Beach ci sono due notevoli collezioni d'arte moderna e design visitabili presso il Bass Museum of Art e il Wolfsonian Museum (venerdi sera gratuito).
La scelta di ristoranti è enorme, e nessuno è a buon prezzo; abbiamo pranzato, per esempio, al ristorantino del Penguin Hotel, pochi tavolini sulla strada in posizione abbastanza tranquilla; per due pizze e 4 bibite la spesa è stata di 65 USD. Inoltre, chi vi serve sarà sempre molto simpatico ed alla mano, ma per carità non dimenticatevi la gratuity, cioè la mancia, che è da calcolare nell'ordine del 15 - 20% circa sul totale del conto.
Per risparmiare sul cibo, è possibile acquistare nei take-away (pizza e simili), nei fast-food oppure nei supermarket e rifornire il frigo della stanza d'albergo. I supermercati però sono da scovare un pò col lanternino, noi ci siamo recati in uno abbastanza fornito all'inizio di Lincoln Road Mall (20 minuti di cammino); è probabile che ce ne fosse qualcuno un pò più vicino ma non l'abbiamo trovato. I ristoranti lavorano 24h/24h, al mattino si può far colazione sino alle 13 ed anche oltre, poi c'è il lunch e la sera le offerte per l'happy hour e la cena sono infinte.
Vita da spiaggia, shopping, ristoranti, locali notturni, insomma l’attrazione principale a Miami Beach è il divertimento. Se Lincoln Road Mall è una via pedonale, sul lungomare di Ocean's Drive invece è un continuo passaggio di Rolls Royce, Ferrari, Maserati e limousine e anche belle auto d’epoca. In sostanza, l'attività principale qui è proprio quella di mettersi in mostra, oppure, in alternativa, quella di stare a guardare quelli che si mettono in mostra: una fiumana di facce, di motori, di luci e di colori, a tutte le ore del giorno e della notte.
La cosa è particolarmente evidente la sera, da una parte la gente si muove tra i locali, e dall’altra parte della strada ci sono quelli che fanno le foto e guardano… una situazione un po’ surreale, se ci si ferma un attimo a pensare viene da chiedere da che parte stia la realtà. Se dalla parte delle luci e della musica o dall’altro lato della strada, dove i turisti che non ce la fanno più a stare nel casino si mettono semplicemente ad osservare gli altri, e dove gli homeless che dormono a Lummus Park osservano tutta questa scena delirante, te compreso, con lo sguardo fisso nel vuoto. Ci sarebbe da fermarsi un attimino a riflettere, sinceramente.
Nel secondo giorno a Miami la nostra tappa è stata Downtown, dove le attrazioni più turistiche si trovano a Bayside Marketplace, praticamente un grande centro commerciale all’aperto. Data la pioggia incessante del giorno precedente, siamo partiti armati di ombrello che per fortuna non è servito, ma il caldo e l’afa erano comunque allucinanti e questo ci ha fatto desistere dal girare troppo a piedi, non ce la potevamo fare.
Per raggiungere Downtown da Miami Beach si può prendere l’autobus, ci sono diverse linee tra cui la numero 120 la cui fermata si trova su Washington Avenue, s’impiega circa mezz’ora per arrivare. Il giro con l’autobus è bello ed economico, si percorre l’enorme McArthur Causeway, il ponte che si allunga sulla baia affiancando le enormi navi da crociera attraccate, e man mano che ci si lascia alle spalle Miami Beach, pian piano si vede emergere sempre più lo skyline della città, una vista veramente affascinante!
L’autobus poi continua il suo giro passando da Jungle Island (tutta la baia di Biscayne è disseminata di isolette) dove volendo è possibile visitare un giardino zoologico, fino a giungere su Biscayne Boulevard e passando di fianco alla grande American Airlines Arena. Praticamente un giro turistico completo per soli 2 USD!
Una volta scesi di fronte a Bayside inizia il carosello del giro dei negozi e delle bancarelle; con 29 USD ci siamo portati via 3 magliette, non male, mentre le griffe di lusso invece erano decisamente meno abbordabili. Mentre passeggiavamo qua è là, ecco che mi arriva un sms da mia sorella che m’implora di dare una “occhiatina” dentro al negozio di Victoria’s Secrets per un determinato accessorio: individuato il negozio, ero sul punto di entrare quando all’apertura delle porte scorrevoli ecco che m’investe una ventata d’aria gelida tipo Polo Nord. In pratica: fuori c’erano circa 40 gradi centigradi, mentre dentro al negozio forse 15; morale della favola: non ce l’ho fatta ad entrare, il bodyguard mi ha guardato malissimo. Gli americani fanno un utilizzo folle dell’aria condizionata, anche sull’autobus ero sul punto di congelarmi!
La nostra passeggiata continua anche in Bayfront Park, dove, magari per riposare un po’ dall shopping sfrenato a Bayside, si può sostare in una bella area verde in mezzo ai grattacieli delle banche, tra uomini d’affari che passano velocemente parlando al cellulare, gente che fa jogging ed altri semplicemente seduti di fronte alla baia a guardare il mare, senza avere apparentemente nulla da fare.
JULIA TUTTLE E LA STORIA DI MIAMI
Tra le palme, le aiuole e una grande fontana a forma circolare, qui a Bayfront si trovano anche le statue dedicate ai personaggi considerati fondatori della città, il senatore Claude Pepper e la signora Julia Tuttle. Quest’ultima è chiamata proprio la “madre di Miami”, perché da influente e capace donna d’affari quale era, trasferitasi in Florida dall’Ohio nella metà dell’Ottocento, riuscì a convincere un impresario amico a costruire la prima stazione ferroviaria ed il primo hotel in quella che è l’odierna Downtown.
Così è nata Miami, grazie anche all’intraprendenza di un’energica signora che credeva nelle potenzialità di questo luogo.
Giunta l’ora di pranzo, ritorniamo al marketplace e per mangiare scegliamo il ristorante The Knife, una steakhouse con la formula All-You-Can-Eat che si affaccia sulla baia, ha una bella vista, un prezzo ragionevole (25 USD a testa tutto compreso, anche il vino e le bevande) ed un livello di aria condizionata accettabile. C’è un buffet self service di antipasti, pasta e verdura, poi l’ottima carne alla griglia ed infine ti portano persino il dolce, ottimo davvero.
IL GIRO DELLA BAIA IN BARCA: MILLIONAIRE'S ROW BOAT TOUR
Il pomeriggio decidiamo di passarlo con un’altra chicca del perfetto turista che viene a Miami per la prima volta, il tour in barca della baia di Biscayne con giro degli isolotti e delle ville dei milionari: benvenuti al Millionaire’s Row Boat Tour!
Diverse sono le imbarcazioni che vi propongono questa attrazione, tutti più o meno simili, non c’è che da scegliere. Noi siamo saliti sulla Island Queen che per la cifra di 27 USD a testa ci ha portato in giro nella baia per un’ora e mezza. Il tour comprende la guida che munita di microfono narra delle vicende delle varie star che abitano le case, con tanto di costi particolareggiati in milioni di dollari. Ci siamo divertiti molto ad ascoltare i vari aneddoti sulla vita dei personaggi famosi, come quello dell’architetto tedesco che si è fatto installare l’aria condizionata anche in giardino alla modica cifra di 1 milione di dollari, oppure i pettegolezzi riguardanti gli inquilini dell’esclusiva Fisher Island, personaggi come George Bush, Jennifer Lopez e Sophia Loren, che hanno casa in quest’isola.
Storie di milionari a parte, molto bello è stato il fatto di vedere Miami dal mare, passare sotto i ponti delle trafficate highways ed ammirare lo skyline della città; prima di riportare la barca in porto, il capitano ha fermato l’imbarcazione in posizione panoramica e si è pure improvvisato fotografo per immortalare tutti i passeggeri con le mani sul timone!
Una volta scesi dal battello, la giornata volgeva al termine, e rimbambiti dal caldo cerchiamo l’autobus per rientrare. Saliti a bordo ci accoglie immediatamente il solito soffione dell’aria gelida.. ahh che meraviglia, se non mi becco una polmonite stavolta son fortunata! Mentre durante il tragitto la mia vicina di sedile finisce di bere tranquillamente il suo cocktail in un enorme bicchierone di plastica, ecco che in mezz’ora siamo di nuovo a Miami Beach ed andiamo a riposare; l’indomani è la nostra ultima mezza giornata, la sera il volo di rientro per l’Italia è alle 18,30, perciò abbiamo chiesto di poter tenere la camera sino alle ore 15.
Ultimo giorno, rientro in Italia.
La nostra intenzione per il giorno seguente sarebbe quella di passare la mattinata in spiaggia, prendere un po’ di sole in questa benedetta BEACH di Miami Beach, ma anche oggi la giornata non è certo delle migliori e così riusciamo appena in tempo a fare il bagno che si scatena un bel temporale con il classico fuggi fuggi generale. La “famosa” beach comunque ci ha deluso parecchio; sarà stato anche il maltempo ma il mare era veramente sporco; montagnole di alghe “decoravano” la spiaggia, che è molto ampia ma non sembra avere in sè niente di speciale. Una cosa carina sono le torrette di guardia dei baywatch, tutte colorate ed ognuna diversa dall’altra e disseminate lungo il litorale.
Pranziamo con un trancio di pizza presso un take away e mestamente torniamo in hotel per mettere insieme le nostre cose; alle 15,30 il taxi ci accompagna all’aeroporto, dove scopriamo che il nostro volo, già annunciato con mezz’ora di ritardo, in realtà di ore di ritardo ne ha più di una, che diventano poi ben due ore di ritardo. Una volta seduti a bordo ci viene annunciato che il ritardo è dovuto a “technical issues”.. sarebbe??? Praticamente scopriamo solo una volta (finalmente) decollati che il sistema d’intrattenimento a bordo è andato in tilt, niente film né giochino né niente. Vabbè, almeno è un volo notturno, cercheremo di riposare, ma 10 ore sono lunghe da far passare.
Il servizio a bordo di Alitalia prevede il pasto cena+colazione, abbastanza buono e sostanzioso, meglio di quello del volo di andata, che ci ha lasciato letteralmente affamati. Inoltre i sedili in Economy erano molto più comodi rispetto alla media a cui siamo abituati, perciò ritengo di poter promuovere il mio primo volo con Alitalia diciamo con una buona sufficienza.
Se prima di partire alla domanda: se dico Miami cosa ti viene in mente? Avrei risposto sicuramente: La famosa spiaggia, nella realtà dei fatti poi quello che ci ha colpito sono state ben altre cose.
Innanzitutto, per tutto il tempo ci è sembrato di stare dentro ad un telefilm oppure ad un parco divertimenti, con un’enorme offerta di intrattenimento di tutti i tipi, nessuno a buon mercato, ed allo stesso tempo con grandi contraddizioni sociali sotto gli occhi di tutti. Non possiamo dire di uscirne entusiasti, perché non è il nostro genere di vacanza, ma sicuramente è stata un’esperienza interessante proprio perchè al di fuori delle nostre solite mete.
Abbiamo avuto il nostro primo impatto con la mentalità e lo stile di vita americano, anche se è difficile generalizzare dato che gli Stati Uniti sono praticamente un continente. Ci sono piaciute le persone, gente aperta e molto alla mano, e questa è probabilmente una caratteristica propria della gente di Miami, la città più latina e più vicina ai Caraibi di tutti gli Stati Uniti. E poi la vista dei magnifici grattacieli e dello skyline della città sono una cosa veramente affascinante che da sola forse vale il viaggio. Ci sarebbero state sicuramente molte altre cose interessanti da vedere, quartieri caratteristici, gallerie d’arte e musei, ma in due giorni e mezzo non c’è stato il tempo, perciò…
Bye-Bye Miami, chissà che non ci si riveda in futuro, con un po’ più di tempo a disposizione e magari un clima un po’ più piacevole (...evitare la stagione estiva!!)
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